29/09/07

Paccheri al polpo (+ piccola riflessione)



Ero un po' indecisa se postare o no questa ricetta.
L'ho preparata alcuni giorni fa. La pasta era ottima, la foto decente, e il passo successivo, naturalmente, era quello di pubblicarla sul blog.
Poi, però, trovando finalmente un blog che cercavo da un po', che è quello di Mara-Il cuore è una frattaglia (che non conosco personalmente ma di cui mi hanno parlato molto bene alcune amiche-bloggers), trovo questo interessante post di critica sulla nuova tendenza dilagante del cuocere la pasta come il riso, facendole assorbire l'acqua di cottura, da cui il neologismo risottare.
Leggo e rileggo il post. Rifletto, annuisco. Leggo i commenti. Rifletto ancora. In effetti...

Copio-incollo da post di Mara:
"Se il riso non si lessa, ma in tutte le culture viene cotto facendogli assorbire esattamente solo l’acqua necessaria, ci sarà pure un motivo. Il riso è infatti un cereale intero, un chicco molto ricco di amido che richiede questo trattamento per assorbire il condimento (potremmo anche aggiungere che cucinato così permette di evitare dispersione di nutrienti e di risparmiare acqua, nonchè di essere mangiato con le mani o con le bacchette). In Italia facciamo il risotto. In Italia facciamo anche la pasta. Che non si fa come il risotto. La pasta, a differenza del riso è il risultato di una lavorazione, un manufatto che si presenta secco e ha bisogno di essere lessato in abbondante acqua e poi mantecato. I tempi di durata di queste due operazioni sono variabili e dipendono dalla qualità della pasta, dal suo formato e dal condimento. Normalmente con un buon prodotto artigianale è sufficiente terminare la cottura in padella e mantecare a fuoco vivo per un paio di minuti".

A dire il vero, questa tecnica del risottamento è per me una scoperta recente e la sto utilizzando, di tanto in tanto, per i sughi di pesce, perché - soprattutto usando l'acqua di cottura del pesce, o un brodo fatto ad hoc con gli scarti - mi sembrava che il risultato fosse ottimo, soprattutto con la pasta lunga e scivolosa. Concordo con il commento de loste, che parla di un rischio di stressare il sugo. La mia soluzione, qui per esempio, è stata di tenere da parte il pesce già scottato, e riunirlo solo a cottura della pasta ultimata. Altra critica letta è che il risottamento aumenterebbe la sapidità del piatto. Certamente è vero. Ma in questo caso credo sia sufficiente regolarsi per tempo.
Sta di fatto che questi paccheri, se non li avessi risottati per qualche minuto, secondo me non avrebbero assunto questo colore e questo sapore. Ho tenuto la cottura del sugo volutamente un po' "lunga" affinché si restringesse insieme alla pasta. Forse il merito è della qualità della pasta, e non mio, ma il risultato a me ha soddisfatto molto.
Quindi incollo qui la mia ricettina, di cui andavo tanto fiera, ripromettendomi però di fare al più presto la controprova, con la serena consapevolezza che di cose da imparare ne ho davvero tante :-)

Ingredienti: 1 polpo piccolo di circa 400g, 1 acciuga dissalata, aglio, vino bianco, 400g di polpa di pomodoro, peperoncino, capperi dissalati, 200g di paccheri di Gragnano.

Pulite il polpo. Mettete 2 cucchiai d'olio in una pentola col fondo spesso. Unite l'aglio intero e l'acciuga e il peperoncino. Aggiungere il polpo tagliato a pezzi, rosolate un paio di minuti, sfumate con mezzo bicchiere di vino bianco. Poi unite la polpa di pomodoro e i capperi dissalati. Coprite e cuocete per circa 20 minuti, finché il polpo non è tenero. Assaggiate e aggiustate di sale poco prima di spegnere. Cuocete i paccheri in abbondate acqua poco salata. Scolateli dopo circa 8 minuti e metteteli nella pentola col polpo, terminando la cottura direttamente nel sugo, con l'aiuto di un po' di acqua di cottura della pasta.

Nota importante: Sono una pasticciona, e il post che avete appena letto lo conferma. A mia discolpa, posso solo dire che sono un'autodidatta in cucina, che conosce poco le tecniche di base e, ancor meno, il lessico culinario :-P
E questo blog, oltre ad essere un divertimento, è per me un modo di migliorare e imparare. Leggete i commenti qui sotto e capirete di cosa sto parlando. Come chiarisce Mara, infatti, quando la pasta termina la cottura in padella, viene "mantecata". Il verbo è, quindi, mantecare, non "risottare". A questo punto, direi che la mia ricetta segue un procedimento corretto, mentre il mio lessico culinario ha senza dubbio bisogno di essere perfezionato :-P Ringrazio Mara (e Sigrid) per avermi chiarito le idee :-)

27/09/07

Moelleux au chocolat



Chissà da dove mi esce tutta questa voglia di cioccolato, a me che il cioccolato continua a non fare impazzire. Sarà che la temperatura è passata da 22° a 12° gradi. Sarà che piove, sarà che è arrivato l'autunno e io non ci trovo nulla di romantico nelle foglie che cadono.
Sarà che poi seguirà l'inverno, e ogni anno il freddo lo sopporto di meno. Sarà che questo weekend niente barca, niente mare, e tocca aspettare un'altra settimana, sempre che il tempo sia clemente. Sarà che odio tirar fuori i vestiti pesanti, e che non so dov'è finito il mio berretto preferito, e non ho ancora fatto scorta di collants, perché fino a ieri andavo in giro in sandaletti. Sarà.
Resta il fatto che la depressione da freddo oggi ha colpito pesantemente tutta la famiglia, con fidanzato insolitamente lamentoso e gatta che non ne vuol sapere di dormire almeno sopra le coperte.
Per tirarci un po' su ho optato per un moelleux au chocolat, da mangiare tiepido tiepido, sotto una copertina di pile e davanti ad un film consolante, che il cinema lo rimandiamo a domani, che magari almeno non piove...

Ingredienti: 100g di cioccolato extra-fondente, 100g di burro, 2 uova, 50g di farina, 2g di lievito in polvere, 50g di zucchero, 6g di cacao amaro.


Fate sciogliere a bagnomaria il cioccolato con il burro. Sbattete le uova con lo zucchero, e unite la farina setacciata, il lievito e il cacao. Unite piano piano anche il cioccolato con burro. Versate in uno stampo antiaderente col bordo rimovibile. Se non lo preparate subito mettetelo in congelatore. Sennò mettetelo in forno preriscaldato a 220° per circa 7 minuti (9 se lo avete congelato). Rimuovete il bordo e mangiate il tortino tiepido, con due cucchiaini...
Potete accompagnare con panna leggermente montata, o con una salsina di lamponi e zucchero frullati, o gustarvelo così com'è.

26/09/07

8 cose su di me


Gaietta, Loste e Tulip mi hanno invitato a questo meme. Scopo del meme è raccontare otto fatti "miei", e invitare altre 8 persone a fare lo stesso. Cominciamo:


1) Non mi sono mai piaciuti panettoni e colombe. A me, da piccola, piaceva solo il pandoro e per farlo capire ai miei genitori, davanti ad un panettone mi limitavo a asportare chirurgicamente tutta la copertura di zucchero e mandorle (ovviamente non solo della mia fetta), con il risultato che quel panettone non poteva essere più servito ad eventuali ospiti. Il peggio, però, accadeva quando sulla tavola compariva il panettone genovese, che non ha copertura, ma ha una golosissima farcitura di uvetta e pinoli. Lo scempio natalizio era comunque garantito.


2) Sempre da bambina, non mangiavo il formaggio. Ma mi piacevano da impazzire le croste: dalla fontina ai pecorini di varia stagionatura, non appena rimanevano sul piatto dei miei, io le rubavo e le divoravo, con o senza cera, al punto che mia madre doveva togliere le croste prima di mettere in tavola i formaggi, per timore di germi, conservanti e quant'altro. Quando poi, è arrivato in casa il forno a microonde è stata l'apoteosi: potevo "domare" anche le durissime croste del parmigiano, che sono diventate le mie preferite! Solo molto più tardi ho scoperto che le croste di parmigiano sono anche meglio se messe nel minestrone. Adesso che il formaggio lo mangio, le croste le tengo per ultime, come il boccone più prelibato!


3) Ho fatto la comunione in prima elementare. Mi ricordo che le insegnanti di catechismo ci dicevano che non bisognava assolutamente masticare l'ostia, perché era il corpo di Gesù. Accidentalmente, alla prima comunione l'ostia mi rimase attaccata al palato, per cui per forza dovetti staccarla e masticarla... Ricordo che sono uscita dalla chiesa che piangevo, convinta di aver commesso chissà quale peccato. Probabilmente è lì che ho deciso che sarei diventata atea: non si può credere e amare qualcosa o qualcuno che ti terrorizza!


4) Ammiro tantissimo la professionalità dei camerieri, e il distacco (professionale, appunto) con cui riescono a gestire le situazioni più assurde. Io, appena laureata, ho fatto la cameriera per qualche mese, in un ristorante di medio livello della mia città. Medio livello, dal più punto di vista, significava pieno di signori e signore "bene", assolutamente insopportabili. Una sera, però, un noto manager genovese venne a cena al ristorante con la sua "fidanzata" thailandese (che non parlava italiano) e con alcuni "amici", con cui continuavano a scambiarsi battute tutt'altro che galanti sulla signorina in questione. Servendo al tavolo, alla decima battuta che sentivo, ho avuto un gesto di stizza. Il mio capo la sera mi ha ripreso, e io mi sono licenziata.


5) Sono sempre stata maniacale e smisurata con qualsiasi cosa mi abbia appassionato: lo studio, la politica, gli hobbies. Finché non ho raggiunto un obiettivo o un dato livello di conoscenza, non ho vie di mezzo: leggo solo di quell'argomento, parlo solo di quello e la mia vita prende a ruotare intorno a questa passione. Fino a che non si esauriscono gli stimoli e guardo oltre, senza troppi rimpianti. Gli amici che mi conoscono bene, sorridono e comprendono. I "conoscenti", invece, paiono perplessi quando li incontro per strada e attacco a raccontare di quello che sto facendo in questo momento. Credo che per loro sia come incontrare ogni volta una persona nuova. Io, ormai, ho fatto pace, con questo lato del mio carattere. In passato lo consideravo un difetto, dovuto al fatto che non avevo mai capito sul serio chi ero e cosa volevo fare della mia vita. Adesso, semplicemente sembra di aver già vissuto tante vite diverse in una vita sola.


6) Credo di avere una specie di sesto senso nel capire non le persone, ma le mie affinità elettive con alcune di esse. Lo sento a pelle, rapidamente, e mi sono accorta di recente che queste sensazioni permangono anche se le persone non le conosco de visu, ma leggo i loro post e le loro mail.
Mi è successo questo con Lory. Quando sono andata a trovarla, a giugno, non la conoscevo. Io non sono affatto una persona supersocializzante che deve per forza "vedere gente" per passare una serata. Qualcosa, però, mi diceva che stavo facendo la cosa giusta. Quando sono scesa dal treno e lei, pur emozionata quanto me, ha attaccato a parlare ininterrottamente per tutto il viaggio fino a casa, ho capito che non mi ero sbagliata, e che saremmo diventate amiche.
Adesso, ho questa sensazione forte, con almeno una o due altre blogger. Per la conferma devo aspettare ancora un po', ma sono molto convinta di non sbagliare.


7) Dopo la mia prima crociera invernale in barca, sono uscita di testa. Ho comprato un planisfero, l'ho appeso in salotto e ho cominciato a tormentare il mio compagno per fare il giro del mondo in barca a vela (!)
Sono andata avanti, serissima, con 'sta storia per alcune settimane, fino quasi a litigare sui massimi sistemi (il senso della vita, l'etica del lavoro ecc...)
Non è che adesso abbia cambiato idea, ma invecchiando di un anno sto cercando di diventare più paziente. Ma prima o poi...


8) Domenica scorsa ho fatto la mia prima regata in barca a vela, una regata fatta per amore, anche perché la regata era significativamente una Lui/Lei (!).
In precedenza mi ero sempre rifiutata di fare regate perché mi dicevo e dicevo di non sopportare le competizioni agonistiche, fatte solo – a mio dire – per far scaricare ai maschietti un eccesso di testosterone :-P
La regata però è andata molto bene e ho passato buona mezza giornata a vantarmi con gli amici del risultato, a scrivere su forum di vela e a fare i calcoli dei tempi... perché se non avessero spostato quella boa senza avvertire i concorrenti, potevamo arrivare primi anziché terzi, e quello str..... della barca blu, se lo incontro lo strozzo, e.... però siamo arrivati primi di classe e soprattutto siamo arrivati davanti a....
Basta così poco, a volte, per buttare a mare le proprie convinzioni!

Adesso rifilo questo meme a: Alex, Apprendistacuoca Stelladisale, Elisa, Elisa, The food traveller, le franc buveur, Max

24/09/07

Ravioli di zucca e ragusano



Sì, avevo da finire la zucca :-P Ma, soprattutto volevo provare a usare delle semplici formine da biscotto per tagliare i ravioli e... voilà: ravioli di zucca e ragusano (che anche quello era da finire e si combina molto bene con il dolce della zucca).
Altro esperimento (almeno x me): anziché cuocere la zucca in acqua, l'ho fatta cuocere in forno, a pezzi con la buccia. Cuoce perfettamente e rimane bella asciutta, cosa molto comoda se deve finire nel ripieno dei ravioli. Cuocendola in questo modo direi che proverò presto anche a fare gli gnocchi :-)

Ingredienti: 200g di farina, 2 uova, circa 400g di zucca pulita, 50g di ragusano o parmigiano grattugiato, sale, pepe,noce moscata, 1 cucchiaio d'olio, burro, salvia.

Anzitutto cuocete la zucca tagliata a pezzi in forno a 200° per circa 20 minuti. Fatela intiepidire, sbucciatela e passatela nello schiacciapatate. Ora preparate la sfoglia con farina, uova, un pizzico di sale e un cucchiaio d'olio. Formate una palla, copritela e fate riposare.
Preparate il ripieno unendo alla polpa di zucca il formaggio, un cucchiaio di burro, sale, pepe e un pizzico di nosce moscata. Mescolate bene impastando tutti gli ingredienti.
Stendete la sfoglia, formate delle palline con il ripieno e posizionate a uguale distanza su metà della striscia di pasta. Spennellate con acqua (o albume sbattuto), gli spazi vuoti e ripiegate con l'altra metà della sfoglia. Tagliate i ravioli della forma che preferite con un tagliabiscotti (io ho usato i fiorelloni della foto, ma ho fatto anche delle stelline). Premete bene per far uscire l'aria.
Cuocete i ravioli per 5-6 minuti e conditeli con un buon burro (finito quello di Lory, ho trovato il burro Occelli, davvero ottimo!) profumato alla salvia, e una macinata di pepe nero.

21/09/07

Crema di zucca, cocco e gamberi

Sì, lo so che posso sembrare eccessiva a infilare pesce e crostacei un po' ovunque, ma che la vellutata di zucca sia buona lo sanno tutti, e io volevo provare a farne un piatto unico un po' diverso.
L'idea di base mi è venuta leggendo la ricetta dalla zuppa speziata di zucca curry e cocco di Donna Hay, che prevede solo tre ingredienti: zucca, pasta di curry e latte di cocco. Lei ne fa anche una variante col pollo ma io, quando leggo cocco, non posso fare a meno di pensare ai gamberi, perché secondo me l'abbiamento è davvero perfetto.



Ingredienti: 500g di zucca pulita, 1 scalogno, un peperoncino tritato, brodo vegetale, latte di cocco, farina di cocco,una decina di gamberi, curry in polvere, zenzero tritato, olio di semi di girasole spemuto a freddo bio, zuccehero di canna, sale.

Tagliate a pezzetti la zucca pulita. Fate appassire uno scalogno con un pezzetto di zenzero tritato in due cucchiai di olio di girasole, unite la zucca, il curry e il peperoncino, coprite con brodo vegetale e cuocete per 10-15 minuti, finché la zucca non è tenera. Poi frullate con il mixer a immersione e unite 200ml di latte di cocco. Fate andare ancora un paio di minuti, aggiustate di sale e spegnete il fuoco.
Nel frattempo pulite i gamberi, lasciando solo la codina e fateli marinare una mezz'ora con sale, zucchero, 1 cucchiainoo di curry in polvere e un pezzetto di zenzero tritato. Trascorso questo tempo, infarinateli nella farina di cocco e cuoceteli in forno a 200° per 10 minuti (usate un foglio di carta da forno). Servite la zuppa tiepida con sopra i gamberoni appena tolti dal forno.

note: se volete, potete usare (anzi è meglio) il brodo fatto con le teste dei gamberi al posto di quello vegetale. Ma in questo modo, questa ricetta, può essere anche fatta senza gamberi, come una più semplice zucca speziata al cocco, magari da accompagnare con riso basmati.

19/09/07

Seppie e patate stufate su crema di fagioli neri al tamarindo



Ricetta nata per caso, semplicemente dalla voglia di cucinare i fagioli neri che mi ha regalato Lory a giugno, per farne un buon piatto unico che non fosse il solito riso bianco e fagioli.
E, sempre lei, santa donna, mi ha dato l'imput giusto: pesce! Alla fine, visto che l'ora di pranzo si avvicinava, e tutto quello che avevo erano delle seppioline in congelatore, ho scovato questa interessante ricetta di Fabien, e ho tirato fuori un piatto un po' lungo e con molte sperimentazioni (almeno per me), ma che è piaciuto tanto.

Ingredienti per la crema di fagioli: fagioli neri messi a bagno la sera prima, cipolla carota, sale, peperoncino, polpa di tamarindo.
Per le seppie: 400g di seppioline pulite, 4 patate, 1 spicchio d'aglio, olio evo, mezzo bicchiere di vino bianco,pepe, sale, timo fresco o secco, 1 cucchiaino di aceto balsamico tradizionale di modena.

Per la crema di fagioli
Fate anzitutto bollire i fagioli per circa un'ora (io aggiungo sempre un pezzetto di alga kombu). Prendete un po' di polpa di tamarindo (grande quando una noce), mettetela in un bicchiere e ricopritela di acqua bollente. Lasciate riposare per 15 minuti, poi passate al colino schiacciando bene con un cucchiaio per prelevare tutto il succo. Fate a parte un soffritto con cipolla e carota e un peperoncino tritato. Unite ai fagioli il soffritto e il tamarindo e il sale e fate andare ancora 10 minuti. Spegnete e frullate il tutto. Se fosse troppo liquida, fate asciugare ancora un po'.

Per le seppie e patate stufate al timo e balsamico
Tagliate a pezzetti le patate e fatele saltare in una casseruola con 2 cucchiai d'olio e uno spicchio d'aglio schiacciato. Quando sono leggermente dorate unite le seppioline, e continuate la cottura a fiamma vivace per altri 10 minuti. A questo punto bagnate con mezzo bicchiere di vino bianco, unite con il timo e il pepe e cuocete a fiamma più bassa, per 10-15 minuti, finché le seppie saranno tenere, e il liquido si sarà asciugato. Spegnete, salate e unite un cucchiaino di aceto balsamico tradizionale di Modena.
Mettete nei piatti la crema di fagioli e, sopra, le seppie con le patate.

note:

1) Accidenti quant'è buono l'aceto balsamico tradizionale di Modena, niente a che vedere con il finto balsamico che compravo io (e, dopo averlo visto in vetrinetta a Eataly, so anche perché compravo quello finto...).Grazie Lory, che mi hai fatto conoscere questo meraviglioso prodotto :-)

2) il tamarindo io l'ho sempre usato per fare il dhal indiano, spesso abbinato al latte di cocco. Ma anche sui fagioli, da una punta leggermente acidula che- secondo me - rende la crema ancora più adatta ad accompagnare un piatto di pesce. Se provate, ditemi!

17/09/07

Ravioli alle due ricotte con pesto leggero, pomodorini al forno e ricotta salata

Capisco che sia veramente kitsch, e che Elisa inorridirà, e probabilmente non solo lei. In realtà, quello che cercavo io era uno stampo grande a mezzaluna per fare i ravioli cinesi con i gamberi, ma al negozio l'unico tagliaravioli rimasto era...a forma di cuore.
Che fare? Ovviamente l'ho comprato, che in questo periodo sono in vena di gadgets, anche se di dubbio gusto :P
In più, stasera c'era da festeggiare una specie di anniversario, per cui quale occasione migliore per inaugurare il nuovo acquisto e fare dei ravioli a forma di cuore?



Ingredienti: 200g di farina, 2 uova, un goccio d'olio, 10 pomodorini, una manciata di foglie di basilico, 250g di ricotta di pecora fresca, 100g di ricotta di pecora salata grattuggiata, un cucchiaio di pinoli, olio evo ligure, sale, origano, timo.

Preparate la pasta per la sfoglia con farina, uova, un cucchiaio d'olio e un pizzico di sale e mettetela a riposare. Preparate nel frattempo il ripieno con la ricotta fresca e metà della ricotta salata, un pizzico di pepe e qualche foglia di basilico sminuzzata a mano. Mettete in forno i pomodorini tagliati a metà e conditi con un filo d'olio, sale, origano e timo per 20 minuti a 180°. Preparate anche un pesto molto leggero con olio, basilico e pinoli (niente aglio, né formaggio). Ora stendete la pasta e preparate i ravioli con l'apposito aggeggio (oppure a mano, se preferite.. ovviamente non vi verranno a forma di cuore, ma forse meglio così!). Cuocete i ravioli e conditeli con il pesto, i pomodorini e una spolverata di ricotta salata.

ps: A parte l'aspetto che - in altri momenti - avrei trovato un pelo irritante (non sono affatto un'amante di san valentino e simili...) - in questi giorni anche dei ravioli a forma di cuore aiutano a ritrovare la serenità, e la ricetta è semplice e buona :-)

16/09/07

Mousse au chocolat



Ancora un dolce. Strano per me.... Ma oggi è stata una domenica strana. Una domenica solitaria e un po' grigia, dopo la rumorosa notte bianca genovese, una domenica piena di lavoro arretrato ma, soprattutto, di pensieri non troppo allegri.
Una domenica un po' così in cui il tempo per pensare magari non manca, ma senti che è meglio lasciar perdere, e la testa metterla in qualcosa di concreto, che non è il lavoro no - troppo vacuo pure quello - ma è qualcosa capace di riscaldare il cuore.
Ne scriveva giusto loste, un paio di giorni fa dell'importanza, in certi giorni "grigi", di colorarsi la vita. Oggi per me era uno di quei giorni, e per colorarlo ho scelto questa mousse au chocolat, semplice, dolce e avvolgente, perfetta per scaldare e profumare questa giornata.

Gli ingredienti sono solo due: 200g di cioccolato fondente di buona qualità e 5 uova fresche. E la preparazione è semplice. Occorre far sciogliere a fuoco molto basso il cioccolato (magari a bagnomaria). Rompere le uova e separare i tuorli dagli albumi. Montare questi ultimi a neve ben ferma (ho unito un paio di gocce di succo di limone). Fuori dal fuoco, mescolare velocemente il cioccolato con i tuorli e poi incorporare delicatamente gli albumi. Mettere un paio d'ore in frigo prima di servire.

14/09/07

La mousse di Adina ...(e le pesche di Lory)



Da quando Adina aveva fatto questa meravigliosa mousse mi ero ripromessa di provarci anch'io, pur con tutti i dovuti timori di un fallimento totale, visto che i dolci non sono esattamente il mio forte. Poi, con la scusa che non avevo i cerchi di metallo, ho sempre rimandato.
L'altro giorno, invece, entrando da Cooking per acquistare degli improbabili tagliaravioli giganti a forma di...cuore (!) - che prima o poi avrò il coraggio di presentarvi :P - ho visto e acquistato anche i cerchi da mousse.
Ho pensato che poteva anche essere l'occasione di utilizzare le pesche al Moscato che mi ha regalato Lory, e pure la sua lavanda (ridotta in polvere finissima e perfetta per profumare le pesche). Ed eccola qui, la mia prima mousse :-)

Certo, la perfezione è un'altra cosa, e forse la carta da forno per ricoprire gli anelli non è che aderisca proprio in maniera perfetta (la prossima volta utilizzerò il nastro di acetato oppure della semplice pellicola...che ne pensi elena?), però sono venute carine lo stesso :))

La ricetta la trovate qui. Io ho solo dimezzato le dosi e sostituito il mango con le pesche al Moscato (diminuendo quindi lo zucchero), e ho profumato la gelatina con un pizzico di lavanda in polvere.

12/09/07

Mezze maniche con gamberi marinati e pesto di mandorle




Potevo anche semplicmente chiamare questo piatto Mezze maniche alla Lory, visto che da lei ho preso alcune idee, poi messe insieme abbastanza casualmente: quella dei gamberi marinati nella colatura di alici, quella della salsa fatta con i pomodorini confit, e il pesto messo insieme alla salsa di pomodoro (che a Genova è un po' eretico, ma il mio pesto di mandorle forse è anche peggio!). In ogni caso, questa pasta ci è piaciuta molto, per cui ve la propongo :-)

Ingredienti: pomodorini, olio, 1 cucchiaio di zucchero, sale, erbe aromatiche a piacere (io ho usato aglio, timo e origano), 12 gamberi rossi, 1 cucchiaio di colatura di alici, peperoncino, scorza di limone, uno scalogno tritato, 1 peperoncino rosso tritato, basilico, aglio, mandorle e pinoli in parti uguali, olio evo ligure.

Per prima cosa preparate i pomodorini confit. Coprite i pomodori con acqua bollente e poi sbucciateli e schiacciateli leggermente per fare uscire l'acqua in eccesso. Condite con un mix di zucchero, sale, olio ed erbe aromatiche e infornate per circa un'ora e mezza a 100°.
Pulite i gamberi e metteteli a marinare per qualche ora al fresco con la colatura, l'olio, qualche foglia di basilico tritato e la buccia di un limone grattuggiato. Infine preparate, nel mortaio o nel mixer, un pesto leggero con aglio (se piace), basilico, mandorle e pinoli in parti uguali, olio evo ligure e un pizzico di sale.
Mentre fate cuocere la pasta fate soffriggere in una padella capiente lo scalogno con il peperoncino, aggiungere i pomodorini confit fatti a pezzetti e, dopo 5 minuti, i gamberi. Cuocete qualche minuto (tempo che la carne dei gamberi sblianch leggermente) e spegnete il fuoco. Aggiustate eventualmente di sale. Quando la pasta è cotta fatela saltare nella padella e servite con il pesto di mandorle.

11/09/07

Occhiate al timo e limone



"Bello! Però mi sta guardando..." Questo l'esordio del fidanzato non appena gli ho messo davanti il piatto con la cena. "Eh", gli ho risposto "mica si chiamano occhiate a caso". E in effetti, pure io col pesce intero ho, a volte, qualche problemino psicologico... Diciamo comunque che, al primo boccone,lo shock è stato ampiamente superato da entrambi. Queste occhiatine erano proprio buone e fresche! Dolci e profumate di mare :)

Ho sperimentato la cottura in padella (di solito i pesci interi li faccio in forno), visto che erano piccoline, e visto che l'occhiata ha carne magra per cui bisogna far attenzione a non cuocerla troppo, sennò diventa stopposa. Gli ingredienti poi, sono pochi ma buoni. Nel pancino dei pesci ho messo il timo di montagna raccolto con Lory, scorza di limone, pepe macinato e sale grigio di Guerande. Poi ho infarinato e messo in padella con un cucchiaio di burro (pure questo di montagna...grazie Lory!!) e ancora un po' di scorza di limone. Ho bagnato con mezzo bicchiere di vermentino, e cotto su entrambi i lati per un totale di 8-10 minuti.
Ho servito con patate al forno, pure loro profumate al timo.

10/09/07

Leggera come una nuvola...



...sono tornata a casa da un bellissimo we con una persona straordinaria. Anzi tre, perché nell'occasione ho anche avuto la fortuna di conoscere lo stregone e la streghetta numero due, quest'ultima in qualità di espertissima aiuto-cucina e di assaggiatrice ufficiale :)

Allora, come potete anche leggere da lei, il tempo è volato.
Lory ci ha accolto con un pranzo stratosferico... Vediamo se mi ricordo tutto. Aperitivo a base di spumante e pesca con buonissimi antipastini misti Lorymade: tartine con toma, balsamico e lardo, panelle e salatini fatti in casa. Poi tomini con varie salsine, zuppa di fagioli e farro con polpo e pesto, polenta bianca con moscardini, mazzacolle marinate al thé agli agrumi con pesche, panini speciali (ma di questi ho la ricetta e ve li racconterò a tempo debito!!), capesante con salsina al cocco e poi un dolcetto strepitoso e un caffé accompagnato da una torta altrettanto strepitosa (con cioccolato, pere e caramello salato).

Dopo tutto questo, abbiamo provato a "smaltire" un po' con una passeggiata al Pian della Mussa. Davvero un posto incantevole.Tra il blu del cielo, il bianco delle nuvole, il verde dei prati, mi sentivo un pochino Haidi anch'io, che di montanaro proprio non ho nulla.
Ma che bello essere a 1800 metri a raccogliere timo profumato chiaccherando con Lory di qualsiasi cosa, mentre la streghetta saltellava su e giù dalle rocce e gli ometti muniti di binocolo si occupavano degli "avvistamenti" (marmotte, falchi e uno stambecco che si è rivelato un velocissimo mulo :P)



Poi la sera è volata via tra una pizza, molte chiacchere, la discesa in città, ancora chiacchere e gli ultimi consigli di cucina rubati (!). Mi sono addormentata pensando che pure io un giorno imparerò a fare il pane e la focaccia buoni come quelli di Lory (ma già sognavo, appunto!) e avrò una cucina bella come la sua :))

Stamattina al risveglio, Lory ci ha coccolato con una bellissima colazione: yogurt, cereali, succo di frutta, latte, caffè, torta, frolle alla marmellata e....i croissants!!!! Ne ho mangiati due di fila, ed erano buoni come quelli francesi, mica come le brioches che si mangiano in certi bar!!
Poi una sfilza di regali golosissimi, che per ora non sto ad elencarvi, ma che vi racconterò via via che li userò.... L'ultima tappa, prima di ripartire è stata Eataly (ma anche di questo ne parlerò in un post a sé).

E' stato davvero un we straordinario. Lory la conoscevo già ma conoscere la sua famiglia al quasi completo (mancava la streghetta numero uno) mi ha confermato quanto questa persona sia speciale.Non parlo solo della sua bravura come cuoca. E' ovvio che il fatto che lei, a differenza di me e di molti di noi, sia una professionista fa la differenza.
Ma c'è una cosa che, secondo me, la differenza la fa ancor di più: è l'amore che trapela da ogni piatto che prepara, che si sente in ogni storia che racconta, che si respira nell'aria della sua cucina, e che si vede dalla cura che ha delle persone che le stanno intorno... che sia l'adorato stregone o due ospiti occasionali come noi.

Tornando a casa in macchina ho pensato che sono molto fortunata ad aver conosciuto una persona così speciale, ed averla ora come amica. E, poi, mi sono detta che quando finalmente mi deciderò a diventare grande (sì che gli anni ce l'ho, ma la testa mica tanto), spero di assomigliarle almeno un po'
grazie lory :*

08/09/07

Tonno in crosta di Ragusano con riduzione di lamponi

(Eccomi ancora qui. Non potevo aspettare a postare questa ricetta.Ora, sul serio buon week end a tutte/i!)




Capisco che il titolo possa sembrare un po'pretenzioso, ma vi dico subito che questa è la miglior ricetta di pesce che io abbia mai realizzato! Credo sia capitato a tutti/e, almeno una volta, di assaggiare un piatto preparato da voi e pensare: "Perfetto! questo è il mio piatto migliore in assoluto!" A me è successo oggi :)

L'idea è nata per caso (tipo: volevo mangiare tonno, volevo un'altra ricetta che esaltasse il ragusano e volevo provare una riduzione di lamponi, dopo aver visto questa di Lory) ma quando l'ho mangiato sono rimasta estasiata! Il dolce-acido della riduzione esalta la delicatezza del tonno e, insieme, contrasta con la punta di piccante fornita dal ragusano. Se non avete a disposizione del ragusano stagionato, provate con del buon pecorino sardo o siciliano a media stagionatura.

Ingredienti: un pezzo di filetto di tonno, pangrattato, semi di sesamo, 2 cucchiai di ragusano dop grattuggiato (più un paio di cucchiai in scaglie), un cestino di lamponi, 1 bicchiere di vino rosso, 1 cucchiaio di zucchero, la scorza di un limone grattuggiata, 1 spicchio d'aglio schiacciato, sale, peperoncino, olio evo.

Anzitutto preparate delle bistecchine o dei bocconcini di tonno impanandoli con un mix di: olio evo, pan grattato leggermente tostato, semi di sesamo, la scorza di un limone, un peperoncino rosso tritato, uno spicchio d'aglio schiacciato, 2 cucchiai di ragusano stagionato.

Preprate poi la riduzione, mettendo in un pentolino 1 cucchiaio d'olio, un bicchiere di vino rosso, un cestino di lamponi lavati e asciugati (tranne qualcuno da servire intero alla fine), un cucchiaino di zucchero. Fate ridurre la metà, poi frullate e passate al setaccio. Tenete in caldo.

Scottate leggermente le bistecchine di tonno in una padella con un paio di cucchiai di olio evo. All'interno il tonno deve rimanere crudo.
Servite infine il tonno con la riduzione, qualche lampone intero e scaglie di ragusano.

Pennette alla Norma




Tra i prodotti recentemente acquistati su Esperya, oltre al Ragusano di cui ho parlato sotto, c'è la ricotta salata di pecora Di Mauro, vale a dire ricotta siciliana doc (anzi catanese doc), con cui ho pensato di fare per prima cosa una bella pasta alla Norma.
Più facile a dirsi che farsi... perché mi sono accorta che cercare la "vera" ricetta della pasta alla Norma non è così semplice.
Aglio o cipolla? Melanzane a fette sottili? A fette spesse? A cubetti?
Per esempio io avevo letto nonmiricordodove che nella salsa della pasta alla norma non ci va la cipolla, ma solo uno spicchio d'aglio, ma poi scopro che Ciccio Sultano ci mette la cipolla. E pure Lalla, altra siciliana doc, ci mette la cipolla!
Fatto sta che dopo un'ora di ricerche, mi sono messa a friggere le melanzane (a fette spesse), e già che c'ero pure un paio di zucchine. La salsa l'ho fatta con pomodori perini, uno spicchio d'aglio e un po' di basilico.
Come pasta ho usato le Pennette Latini Senatore Cappelli, con una trafila rugosissima e un meraviglioso profumo di grano.
E per completare la mia cena siciliana, Cioccolato di modica e Passito di Pantelleria :))

Buon fine settimana a tutte/i :) Per me questo week end non sarà, per una volta, all'insegna del mare. Andrò in montagna, a trovare una persona molto speciale. Ci vediamo lunedì :)

07/09/07

Crostata (salata) con stracchino, ragusano Dop e pere caramellate




Questa è una ricetta molto veloce se, come me, usate un rotolo di sfoglia pronta. Se avete tempo ti farvela in casa, il risultato sarà anche migliore, ma già così è una torta davvero goduriosissima :-P

Il ragusano pare sia uno dei più antichi formaggi siciliani: è un formaggio di mucca a pasta filata, di color giallo paglierino, prodotto nella classica forma a parallelepipedo con angoli smussati. E' dolce e delicato quando poco stagionato e più piccante e sapido nelle forme di maggior stagionatura.

A Genova non lo trovo facilmente il Ragusano dop, per cui l'ho comprato su Esperya: più sapido e stagionato di altri che avevo già assaggiato, dà il meglio di sé grattuggiato, a scaglie o unito ad altri formaggi o ingredienti poco salati.
Visto che avevo dello stracchino fresco, ho sperimentato questa torta salata e superfilante!!!

Ingredienti: un disco di pasta sfoglia, una pera abate, 5g di burro, 3 cucchiaio di zucchero di canna, 250g di stracchino, 50g di ragusano Dop stagionato grattuggiato.

Con la sfoglia foderate una tortiera del diametro un po' più piccolo, in modo che vi avanzi della pasta e ritagliate delle striscioline. Riempite il fondo della torta con lo stracchino a cucchiaiate. Fate caramellare la pera tagliata a cubetti conil burro e lo zucchero, e versate sullo stracchino. Completate con il ragusano grattuggiato, un pizzico di pepe nero macinato e le striscioline di pasta. Infornate a 200° per 20-25 minuti. Servite tiepida, per non scottarvi!

06/09/07

Salmone unilaterale e beurre blanc (non freddo!)



Parto subito dalla foto per ricordare che il beurre blanc, oltre al fatto che "niente fecola!" come ricorda Antony bourdain nel divertentissimo Un osso in gola, va servito caldo :P

Ma ovviamente, non sempre c'è il tempo di cucinare, fotografare e controllare che sia tutto a posto, e così nella foto il mio beurre blanc si è bello che raffreddato :-(
Non che sia un danno irrimediabile (basta riscaldarlo a bagnomaria) ma ammetto che nella foto fa un po' senso...

Per il beurre blanc ho seguito la ricetta di Chef Simon, e alla fine l'ho passato con un colino per eliminare gli scalogni. E' una salsa molto delicata, da servire col pesce, che mi ha folgorato l'estate scorsa in Bretagna.
Per il salmone (due filetti con la pelle) non c'è nemmeno bisogno della ricetta. L'ho fatto marinare al fresco con sale affumicato, zucchero di canna, un cucchiaio d'olio e pepe nero macinato. E poi l'ho cotto in padella antiaderente, solo dal lato della pelle, prima un paio di minuti a fuoco alto scoperto, e poi, a fuoco più basso ma col coperchio. Per la cottura, dipende dai gusti, a me piace non troppo cotto.
L'ho accompagnato con chips di patate al timo cotte al forno.

04/09/07

Tartare di spada, fichi e balsamico



L'unico abbinamento sperimentato da me di fichi con pesce erano finora questi crostini con fichi e tonno affumicato, che mi erano piaciuti molto, ma che ricordavano soprattutto fichi e prosciutto (per quanto poco mi ricordi del prosciutto, ormai...) più che pesce. Poi, qualche tempo fa Giovanna ha postato una bella tartare di tonno, fichi e pesche (prendendo spunto dal Cavoletto ).
Ovviamente, io non mi lascio scappare nessuna idea interessante che riguardi gli animaletti marini, ed eccomi qui. Niente tonno, che non ne ho trovato uno che valesse la pena, ma una bella fetta di pesce spada nostrano (o, almeno, come tale me lo hanno venduto e fatto pagare!), perfetto da mangiare crudo.

Ingredienti: 1 fetta di pesce spada, olio evo ligure, fleur de sel de Guerande, pepe nero macinato, qualche goccia di aceto balsamico, 1 o 2 fichi lavati e tagliati a pezzetti.

Tagliate lo spada a cubetti e lasciatelo marinare per 10 minuti con olio, sale e pepe. Tagliate a pezzetti i fichi e uniteli al pesce, aggiungendo poche gocce di aceto balsamico tradizionale di Modena. Decorate con qualche fettina di fico e servite :)

03/09/07

Cake salato con fichi e roquefort



E rieccoci coi fichi. Stavolta, però, quelli dolci e gustosi di settembre :))
Visto che per tutto il mese sarò a rischio indigestione di fichi, le ricette sono una buona ragione per contenere e "incanalare" l'abbuffata.
Questo cake è stato un esperimento, direi ben riuscito, ma fatto in dosi limitate e non scientifiche (nella ricetta ho raddoppiato le dosi per riempire uno stampo rettangolare da plumcake, ma sulla quantità di formaggio regolatevi un po' secondo il vostro gusto!).

Ingredienti: 225g di farina, 80g di burro fuso, 2 uova, 4g di sale, 150g di roquefort fatto a pezzettini, 8 fichi tagliati a pezzetti + uno a fettine per la decorazione, 6 cucchiai colmi di parmigiano grattuggiato, un pizzico di pepe nero macinato, 1 cucchiaino di lievito in polvere.

Mescolate farina, lievito burro e uovo fino ad ottenere un composto omogeneo e morbido (aggiungete e ventualmente un po' di latte). Salate, pepete e unite il parmigiano, i fichi e infine il roquefort. Rivestite con carta uno stampo da plumcake, versate il composto e completate con le fettine di fico. Infornate a 180° per 35-40 minuti.

Servite tagliato a cubetti come aperitivo, o come piatto forte per un pranzo, accompagnato da verdure fresche.

Abbinamenti consigliati dall'amico e giovane sommelier Andrea: un Castel del Monte Bombino bianco, con una freschezza, in grado di combinarsi bene alla grassezza del formaggio; un Vernaccia di San Gimignano oppure un Sauvignon dalla buona persistenza e intensità che controbilancia l'aromaticità di fichi e roquefort.

Pecorino sott'olio



Più che una ricetta, questo è stato un esperimento di cambusa e sopravvivenza culinaria :)
Avevo letto su una rivista di vela che è possibile conservare pecorino e parmigiano sott'olio e, visto che in barca il frigo non sempre può stare acceso (perché se non sei in porto o non stai andando a motore butta giù in un nanosecondo le batterie della barca), mi sono incuriosita. Poi, ho trovato questa ricetta del Maiale ubriaco e, prima di partire ho preparato due vasetti: uno col pecorino siciliano e uno con del pecorino sardo.
Li ho conservati al fresco fino al penultimo giorno di navigazione e... figata! Funziona!
Unico accorgimento è usare un olio di buona qualità, visto che il formaggio finisce per assorbirne un tot. Ho aromatizzato ogni vasetto con uno spicchio d'aglio intero, alcuni grani di pepe nero e qualche foglia di alloro e timo (ma è da provare col basilico).
Si conserva fino ad un mese. Soluzione perfetta anche per i campeggiatori o per chi vuole portarsi in viaggio qualche sfiziosità casalinga :)