31/08/07

Ritorno...



E già mi manca.

Mi mancano gli spazi stretti e a volte un po' umidi del nostro piccolo Ziggurat, le quotidiane zuccate per infilarsi nella piccola cabina di prua, l'equilibrio sempre precario delle tazze di caffè,
Mi manca guardare per ore il mare deserto aspettando di vedere saltare un delfino o un pesce luna, o cercando di scorgere all'orizzonte l'arrivo di una brezza.
Mi manca la luna come unica fonte di illuminazione, il dolce ondeggiare dello scafo che scivola sull'acqua e il silenzio della navigazione notturna.
Mi manca lo stupirmi di quanto il mare sia mutevole anche nel corso di una giornata, imparare ogni giorno qualcosa di nuovo ed essere felice come una bimba per una buona bolina o per un ormeggio ben riuscito.
E poi gli aperitivi in pozzetto al tramonto del sole, i pranzetti messi insieme con quel che c'è e le cene semplici cucinate sul piccolo fornello basculante a due fuochi,


Il cibo in mare sembra essere più buono, che sia pesce appena pescato o semplice pane e formaggio. Sarà che anche fare una semplice pasta, durante la navigazione, richiede spesso abilità da giocoliere più che doti da cuoco. Sarà che pur avendo portato in barca mezza dispensa, non si hanno mai tutti gli ingredienti che si utilizzano normalmente a casa, ma in barca si riscopre, per forza di cose, il gusto del cibo semplice, e pane, beurre demi-sel e paté d'anchois diventano un pranzo da re :)

Insomma, dopo ogni viaggio in mare per me è sempre più difficile ritornare con i piedi per terra, e finisco col consultare immediatamente il calendario per trovare il prossimo ponte utile, la prossima vacanza, il prossimo spazio di libertà.
C'è una parte di me che non vuole proprio crescere, e che si ritrova ogni volta a sognare di poter salpare senza una destinazione precisa ma, soprattutto, senza una scadenza per il rientro. Ma sono pochi quelli che si possono permettere di passare sei mesi, un anno o anche più, su una barca a vela in giro per il mondo. Resta un sogno nel cassetto, che magari un giorno si realizzerà.

Ah, per quanto riguarda la meta del nostro viaggio: alla fine niente Corsica, ma Costa Azzurra fino alle isole Porquerolles.




Il mistral ha soffiato fiero per alcuni giorni.



ma la sosta "forzata" non poteva essere più piacevole.

Porquerolles, e le sorelle Port Cros e Ile du Levant restano un piccolo paradiso per gli amanti del mare e della vela. Il vento non manca quasi mai, l'acqua è trasparente e e piena di abitanti marini (ma i divieti di pesca sono numerosi e severi). La rumorosa e caotica Costa azzurra (in questo periodo dell'anno assolutamente sconsigliabile) resta lontana, ed è facile anche ad agosto trovare angoletti e baie semideserti.

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Le isole sono un parco nazionale, ed sono vietate alle auto. Si va a piedi o in bicicletta, o si naviga tra le isole alla ricerca di una rada per passare la notte.

Chissà perché tutto questo mi sembra già così lontano...
Ora non resta che "ritornare con i piedi per terra", aspettando il prossimo viaggio. Per consolarmi, mi rimetterò a cucinare!

07/08/07



Con un po' di anticipo sul previsto, pure io vi saluto :)

Da domani qualche giorno di mare in Toscana. Poi gli ultimi preparativi alla barca, un po' di cambusa e...lunedì finalmente si levano gli ormeggi.
Destinazione, ancora una volta, la Corsica ma, meteo permettendo, queste volta per circumnavigarla. Ma, come si sa, in mare nulla è mai certo e quel che conta è partire e lasciarsi trasportare da un vento - si spera - favorevole (le previsioni meteo al momento non sono delle migliori..).
L'equipaggio è sempre quello, con lulù che non ha più voglia nemmeno lei di guardare il sole dalla finestra. E allora via, si parte!

Buone vacanze a tutti quelli che partono, buon rientro a chi sta tornando, buon vento a chi sta navigando. Ci vediamo a settembre!

06/08/07

Biscotti integrali ovvero ...emergenza colazione!



Che fare se, dopo aver portato i sacchetti della spesa per 6 piani di scale, arrivate a casa e vi accorgete che avete dimenticato di comprare i vostri biscotti preferiti per la colazione?
E che ,al di là dei vostri "preferiti", non ci sono proprio biscotti in casa, né fette biscottate, né pane su cui spalmare la marmellata?
Insomma in questi ultimi (e solitari) giorni pre-vacanza, il mio frigo sembra già andato in ferie ma...la colazione è sacra! Soprattutto se mi aspetta una mattina di lavoro davanti al pc.
Così, la soluzione di emergenza è stata prepararmi dei biscotti integrali, sperando che somigliassero vagamente ai miei preferiti. Alla fine non gli somigliavano per niente, ma l'esperimento con l'olio d'oliva al posto del burro (che non avevo), si è rivelato abbastanza interessante da poterlo ripetere per dei biscotti un po' rustici :)

Ingredienti: 150g farina integrale, 80g di zucchero di canna, 3 cucchiai di olio d'oliva, 1 pizzico di fleur de sel, 30g di mandorle a pezzetti, 1 uovo, 1 cucchiaino raso di lievito per dolci, 1 pizzico di cannella.

Impastate bene tutti gli ingredienti fino a formare una palla liscia. Coprite con pellicola e mettete in frigo una mezz'ora. Poi stendete l'impasto e ritagliate i biscotti. Infornate a 180° fino a che i biscotti non sono leggermente dorati.

03/08/07

Moules à la crème

Come dicevo sotto, le restanti moules sono finite "à la crème", con una ricetta che ho recuperato dopo averne mangiato una quantità indutriale l'estate scorsa in Normardia e Bretagna. Moules marinières e moules à la créme sono infatti il piatto simbolo della Francia del Nord (ma anche del Belgio, ricorda Cavoletto), rigorosamente avec frites. Le servono come piatto unico in porzioni superabbondanti nelle brasseries e, più spesso come entrée, nei ristoranti.



Poi, un po' in tutta la Francia costiera, si trovano le mouleries, una vera pacchia per chi ama i mitili, perché li può assaggiare cucinati anche in 30 modi diversi. Ho letto da qualche parte che le cozze del mediterraneo sarebbero più gustose di quelle atlantiche, sicuramente sono più grandi.
E sicuramente ciò che di più tipico e spettacolare dal punto di vista culinario ho visto in Bretagna, non sono certo le moules quanto le ostriche, da mangiare direttamente sulla spiaggia e i meravigliosi piatti di frutti di mare freschissimi e in parte sconosciuti da queste parti. Ma è vero che il cibo è anche e soprattutto evocativo. Stimola i ricordi e riesce a far rivivere emozioni apparentemente ormai lontane. E così dall'estate scorsa, le moules a la creme sono un piatto che cucino spesso, come un piccolo souvenir de Bretagne, rigorosamente avec frites!

Ingredienti: 2kg di cozze,30g di burro, 1 cipolla bianca, 1 confezione di crème fraiche, mezzo bicchiere di vino bianco, prezzemolo, timo fresco, pepe nero macinato.

Pulite molto bene le cozze, affettate la cipolla e tritate il prezzemolo. Fate sciogliere il burro in una grande pentola, unite la cipolla e metà del prezzemolo. Cuocete tre minuti a fuoco basso, poi unire le cozze e il vino bianco e il timo. Pepate, coprite e fate cuocere 5 minuti, scrollando un paio di volte la pentola. Verificate che le cozze si siano aperte, poi spegnete il fuoco. Togliete le moules dalla pentola, mettetele nei piatti e tenetele al caldo.
Riaccendete il fuoco e fate ridurre il liquido di un terzo facendolo sobbollire a fuoco vivace. Quindi abbassate il fuoco, unite la crème fraiche e fate di nuovo ridurre di un terzo. Assaggiate ed eventualmente salate poco (io non lo aggiungo mai perché il liquido di cottura è già molto sapido) e versate sulle moules.
Servite con patatine fritte e accompagnate con una bottiglia di Muscadet.

02/08/07

Cozze gratinate



Le cozze mi piacciono un sacco. Certo, considero molto noioso pulirle (ci metto circa 1 ora a pulirne 2 kg), ma l'unico pescivendolo nei vicoli che le pulisce (a macchina) non è di mia fiducia. E quindi, forza, stasera cozze!
Come ricorda Max, tra l'altro a Genova non si parla mai di "cozze" - nome considerato dispregiativo - ma di "muscoli", nome molto più fico e virile, che è poi il nome tradotto e usato anche all'estero del mytilus ("moules", "mussels", "mejillones").
Ma a me la parola "cozza" sta simpatica, nonostante il DeMauro-Paravia, precisi "(fig.) ragazza molto brutta" e "persona pigra e priva d’iniziativa". Vabbè...
Allora i due kg di cozze, ops muscoli, che ho comprato stamattina sono finite in parte gratinate come antipasto e in parte (la maggior parte!) "à la creme",quale periodico souvenir della vacanza dell'anno scorso in Bretagna. Ma questa ricetta la posterò nei prossimi giorni...

Ingredienti (antipasto per 2 persone): 12 muscoli belli grossi, 1 spicchio d'aglio tritato, 3 cucchiai di pangrattato, 1 cucchiaio di pecorino grattuggiato, 1 peperoncino rosso tritato, olio evo q,b, la scorza di mezzo limone grattuggiata, prezzemolo tritato, un pizzico di sale.

Pulite per bene le cozze sotto l'acqua corrente con un coltellino per staccare tutto quello che vedete sul guscio e staccate la "barbetta" tirandola verso l'alto. Fatele aprire in una pentola coperta a fuoco vivace. Scrollate la pentola un paio di volte: ci vorranno circa 5 minuti. Togliete il mezzo guscio senza il mollusco e riempite l'altra metà con il mix di parmigiano, pangrattato, aglio prezzemolo, peperoncino, sale e olio che avrete mescolato a parte. Unite al ripieno anche un paio di cucchiai dell'acqua di cottura dei muscoli. Mettete in forno a gratinare a 200° per 10 minuti.

01/08/07

Pannacotta cocco-melone



Oggi ho preparato un dolcino anch'io, una volta tanto :-P
Niente di particolarmente elaborato, che non ne sono capace, ma una semplice pannacotta con i miei due frutti preferiti dell'estate: il cocco e il melone.
Insieme alla granita di mandorle sono anche i gusti che abbino sempre nelle granite che sono praticamente l'unico dolce che consumo d'estate.

Ingredienti: 200 ml di panna fresca, 100 ml di latte intero, 4 cucchiai di cocco istantaneo (o 50g di cocco in polvere) 2 fogli di gelatina 60g di zucchero, 3 fette di melone.

Scaldate la panna e il latte con 40g di zucchero, unite il cocco in polvere (una roba che trovo dai cinesi, forse non troppo sana ma mooolto pratica), spegnete e mescolate bene. Aggiungere un foglio di gelatina e mescolate per scioglierla. Versate metà composto nei bicchieri e mettete in freezer. Lasciate invece l'altra metà a temperatura ambiente. Frullate il melone con il restante zucchero e unite l'altro foglio di gelatina precedentemente ammollato. Frullate ancora e mettete da parte. Quando il primo strato di panna si è rappreso (ci vorrà circa una mezz'ora in freezer) mettete uno strato di gelatina di melone e rimettete a raffreddare. Terminate con la restante panna, mettete un'altra mezz'ora in freezer e poi in frigo fino al momento di servire. Decorate con un po' di cocco grattuggiato e qualche fogliolina di menta.

ps: se non avete il cocco istantaneo, potete fare un infusione mettendo 50g di cocco seto grattuggiato nella panna scaldata quasi ad ebollizione. Spegnete e lasciate lì un'ora. Dopodiché filtrate, riscaldate con latte e zucchero e unite la gelatina.

The Tall ships

Piccola parentesi per raccontarvi il mio pomeriggio di ieri. Imbarco ore 13.30 dal porticciolo di Sestri ponente, sotto un sole cocente e accompagnati da oltre venti nodi di maestrale. Direzione: porto di Genova, per ammirare dal mare la partenza delle Tall Ships, i grandi velieri che lasciavano Genova dopo quattro giorni di festa. Misteriosamente, davanti a Genova il vento è calato. E meno male, perché a causa dell'onda provocata soprattutto dai battelli turistici e dalle numerose imbarcazioni presenti, era davvero difficile fare foto quantomeno decenti.



Questa è la Belle Poule, bellissima goletta in legno della Marina francese, famosa per aver riportato in Francia da Sant'Elena i resti di Napoleone.



A sinistra la Stad Amsterdam, ricostruzione moderna ma fedele di un clipper, le grandi navi veloci a vela (tre alberi) impiegate per il trasporto merci sulle rotte oceaniche. E' la nave simbolo della città di Amsterdam, utilizzata come nave scuola dalla Marina olandese e come veliero da competizione. Ha scafo in acciaio ed è lunga 76 metri.
A destra la mia preferita, la Jolie Brise. Costruita a Le Havre nel 1913, vinse tre Fastnet negli anni '30, Nel 1932, divenne famosa soprattutto per aver salvato l'equipaggio della goletta americana Adriana, che prese fuoco durante la regata della Bermuda.




Ed ecco, infine, l'Amerigo Vespucci, la più famosa nave della Marina militare italiana. Un colosso di 101 m con tre alberi e scafo in acciaio. Può portare, tra equipaggio e allievi fino a 480 persone! Pesa 4176 t, un vero macigno e, per questo, non è certo tra le mie preferite, nonostante il notevole impatto visivo: sembra proprio una nave da film...
Cen'erano molte altre (42 in totale), tutte bellissime, ognuna con la sua storia e con gli equipaggi più disparati. Dai chiassosi e festaioli uruguayani della Capitan Miranda (la sera la nave sembrava una discoteca) ai biondi e seriosi militari russi della Mir.
Insomma, per chi ama il mare e le barche, uno spettacolo indimenticabile.
Sul ritorno abbiamo ritrovato il nostro maestrale che ci ha regalato una bellissima bolina fino all'ormeggio, a completare una meravigliosa giornata di mare. E tra poco si salpa di nuovo!