19/09/11

"Tonno" di pollo alla lavanda

"tonno" di pollo alla lavanda

Il "tonno" di coniglio è una ricetta che volevo fare da un sacco, almeno diciamo da quando ho ricominciato a mangiare la carne. Mi attirava l'idea della conservazione in olio e della consistenza del tonno appunto. Ma come spiegai tempo fa in questa famiglia non è che il coniglio (in pentola) vada tanto per la maggiore e poi in casa ho una gatta che rischierebbe di restare traumatizzata a vedere un coniglio intero sul tagliere! Così ho avuto l'illuminazione ("Perché non farlo col pollo?") che si è rivelata presto la scoperta dell'acqua calda, visto che in rete ci sono parecchie ricette del "tonno" di pollo. Ma alla fine non è che si deve sempre per forza inventare qualche cosa, no? Il tocco personale (se proprio lo vogliamo cercare) arriva dall'abbinamento con la lavanda, raccolta quest'estate nei prati della Val Gesso. Un po' di grani di pepe nero e un paio di spicchi d'aglio a bilanciare i sapori. Pare che i vasetti, se sterilizzati, si conservino anche 5-6 mesi, ma a me i sottolii fanno un po' paura e non ho corso rischi: i due vasetti "bonne maman" che ho utilizzato sono stati spazzolati a ventiquattr'ore esatte dalla produzione del "tonno".

"Tonno" di pollo alla lavanda


Ingredienti:
2 cosce di pollo
1 cipolla
1 carota
1 costa di sedano
1 mazzetto di erbe aromatiche
chiodi di garofano
sale, aglio, pepe nero, fiori di lavanda, olio evo

In una grande pentola mettete a bollire le cosce di pollo con la cipolla, la carota, il sedano i chido di garofano, qualche grano di pepe e il sala. Cuocete finche la carne non è molto tenera (circa 1 ora, 1 ora e mezza). Poi fatela raffreddare nel brodo. A questo punto eliminate la pelle e spolpate le cosce cercando di ottenere pezzi non troppo piccoli. Preparate i vasetti con un po' d'olio, qualche grano di pepe, un pizzico di lavanda e uno spicchio d'aglio, alternando le spezie alla carne e avendo cura di pressare un po' il tutto alla fine e ricoprirlo con uno strato di olio. Chiudete i vasetti e metteteli in frigo e aspettate almeno 24 ore prima di consumare il "tonno", perfetto con insalata mista o su crostini di pane tostato e lievemente imburrato. Il brodo, invece, filtratelo e mettetelo in frigo. Dopo poche ore si formerà in superficie uno strato di grasso che potrete eliminare in modo da utilizzare il brodo immediatamente o metterlo in freezer per la prima bollente minestra autunnale.

ps: se non avete la lavanda o preferite restare sul classico, sostituitela con la salvia.

15/09/11

Elogio della semplicità, ovvero tutti possono cucinare!!

tortino di patate e salmone

A me piacciono le cose semplici: le preparazioni che non richiedono ore, quelle che tutti quelli che hanno un minimo di dimestichezza con i fornelli riescono a realizzare, quelle che si mettono in tavola senza dover andare a cercare gli ingredienti in mezza città ma, semplicemente, aprendo il frigorifero di una comunissima cucina. Sembrerà banale ma tornando a scrivere su questo blog dopo tanto tempo ho bisogno di chiarire anzitutto a me stessa come intendo riempire questo spazio che magari potrà offrire ancora qualche spunto utile a chi tornerà a leggerlo. Una delle ragioni che mi aveva portato ad abbandonare il blog, oltre a questioni logistiche di mancanza di tempo, era stata proprio la corsa dei foodblogger all'ingrediente più strano, più difficile da trovare e, possibilmente, più costoso e alla ricetta di più complessa e lunga realizzazione. Ovviamente, una volta ogni tanto, anch'io non disdegno l'acquisto sciccoso e neppure il mettermi ai fornelli per tutta la giornata, ma si tratta comunque di eccezioni. Beninteso, massima stima per i/le superchef, che quando descrivono una ricetta la devono suddividere in 7-8 fasi! Li ammiro molto, sul serio, e talvolta mi prendo il tempo per imitare le loro prodezze, tra preparazioni infinite e metodi di cottura improponibili perché sono curiosa e imparare cose nuove mi alletta sempre assai, ma la mia cucina di tutti i giorni è fatta di piatti piuttosto veloci e gli spunti che cerco sul web devono essere di facile realizzazione e riadattabili.
Per esempio questo tortino è una semplice rielaborazione di una ricetta del cavoletto, che ho fatto e rifatto un miliardo di volte. Devo dire che la variante con salmone è altrettanto gustosa. Ho usato del salmone affumicato omettendo il parmigiano previsto da Sigrid, ma secondo me viene benissimo anche con un paio di filetti di salmone fresco, aumentando di poco la quantità di sale.

Tortino di patate, salmone e mozzarella

4 patate medie
2 mozzarelle
200 g di salmone affumicato
aneto (io non lo avevo e l'ho sostituito col basilico)
olio evo, sale, pepe, pangrattato.


Affettate le patate sottilissime e mettetele a strati in una terrina unta d'olio, alternandole alla mozzarella sfilacciata e al salmone fatto a pezzetti. Condite ogni strato con sale, pepe e abbondante basilico. Terminate con uno strato di patate, olio, sale e pangrattato. Cuocete in forno a 180° per circa 25-30 minuti.

13/09/11

La colazione dell'estate che non vuol finire

muffin 3c (caffè,cocco e cioccolato bianco)

Cielo blu, caldo e un solo pensiero in testa: riuscire a ritagliarsi ancora qualche ora/pomeriggio/week end per andare al mare. Sì perché dopo tre settimane in montagna, la voglia di mare è inesauribile. E la mattina a guardare certi colori è difficile pensare che la tua giornata dovrà necessariamente svolgersi davanti a un pc. Così ho pensato che ci volesse un dolcetto consolatorio per affrontare il rientro, da sbocconcellare con una tazza di caffè, magari dando un'occhiata alle previsioni meteo per il fine settimana!

Muffins 3 C (caffè-cocco-cioccolato bianco)

Ingredienti (x 7 piccoli muffins)

110 g farina
40 g di cocco grattugiato
100 g di cioccolato bianco fatto a pezzettini
4 cucchiaini di caffè solubile
40 g di burro fuso
50 g di zucchero di canna
1 cucchiaino di lievito per dolci
1 uovo
70 ml di latte

Si mescolano in una ciotola tutti gli ingredienti secchi; in un altro contenitore si sbatte l'uovo con il burro fuso, il latte e il caffè. Si uniscono gli ingredienti mescolando rapidamente. Si divide l'impasto (che risulterà piuttosto liquido) in una teglia per muffins e si cuoce per circa 15 minuti a 180°.

10/09/11

Val Gesso mon amour

Quest'estate niente barca e niente mare. Quasi non ci credo ancora neanch'io, ma così è andata e non sono per niente pentita. Tutta colpa di una meravigliosa casetta scovata per caso a fine giugno, proprio a due passi dalla locanda in cui ci siamo rifugiati spesso nel corso delle nostre incursioni tardo primaverili in Val Gesso. Colpa di un certo modo di fare dei piemontesi che, più che "falsi e cortesi", sono accoglienti e ti fanno sentire a casa; colpa di questa valle ripida e severa che, non appena ci entri sei già in montagna. Certo il mare e la barca un pochino mi sono mancati, ma è stata davvero una bellissima vacanza, tra colori intensi, panorami mozzafiato, lunghissime camminate e buoni amici.
Ecco qualche cartolina.

lago di nasta
Il lago di Nasta (2800 m), sotto la Serra dell'Argentera, a fianco delle cime più alte delle Alpi marittime. Il laghetto lo si raggiunge dal rifugio Remondino arrampicandosi un po' tra massi e roccette. Dal Pian della Casa sono circa 3 ore e mezza e 1.100 m di dislivello.


lago bianco del Gelàs
Il lago bianco del Gelàs (2549), sotto l'omonimo monte. E' originato da uno dei ghiacciai delle Alpi marittime, che negli ultimi 100 anni si sono ridotti moltissimo. Basti pensare che nel 1913 a fine agosto (periodo in cui ho scattato la foto) il lago era per due terzi gelato. Negli ultimi trent'anni, proprio grazie alla riduzione dei ghiacciai, a poche decine di metri si è formato un altro bellissimo laghetto, il lago blu del Gelàs. Il percorso per questi laghi è però lunghetto e piuttosto ripido: partendo da San Giacomo di Entracque, si sale in circa 4.30 ore (1350 m di dislivello).

rifugio Pagarì

Dei numerossissimi rifugi delle Alpi marittime il rifugio Federici-Marchesini al Pagarì è quello che più mi è rimasto nel cuore. Un po' perché raggiungerlo e ridiscendere in giornata non è uno scherzo (5 ore e circa 1450 m di dislivello salendo da San Giacomo di Entracque e quasi 4 ore a scendere) e perché il gestore è un personaggio molto interessante e intraprendente. Lui e la moglie gestiscono il rifugio da vent'anni, cucina vegetariana/vegana (niente polenta con salsiccia, quindi, ma il ragù di seitan è ottimo, così come la crostata di mirtilli). Ma il vero must è la birra: il Pagarì infatti ospita il pìù alto birrificio d'Europa. E dopo cinque ore di salita sotto il sole, la birra gelata e leggera di Aladar è un piacere che ripaga di ogni fatica. Per chi vuole saperne di più sulla Val Gesso consiglio di leggere il suo libro. Io l'ho acquistato direttamente al rifugio, ma lo si trova in tutte le librerie di Cuneo, e presso il Cai di Genova.

stambecco nella casermetta del colle di Fenestrelle
Tanti stambecchi, tantissimi camosci e altrettante marmotte. Sarà che la Val Gesso rientra quasi in toto del Parco delle Alpi marittime, ma gli avvistamenti di mammiferi e rapaci (aquile e gipeti in particolare) sono molto più frequenti che nelle valli vicine. Questo stambecco, insieme ad altri due, bivaccava all'interno della casermetta dismessa del colle di Fenestrelle (2450 m circa), sul confine tra Italia e Francia. Unico grande mammifero che è praticamente impossibile incontrare è il lupo, ma a Entracque c'è un bellissimo centro faunistico che si occupa proprio dello studio del lupo ed è circondato da un grande recinto dove vengono tenuti e curati eventuali lupi trovati feriti. Con un po' di fortuna è possibile avvistarli.

collage 1.

collage 2

Infine un paio di collages di momenti, incontri e compagni di gite. Alla foto del bagno tengo particolarmente: è il lago del Vei del Bouc, poco più di 2 mila m di altitudine. Che bella la sensazione appena usciti dall'acqua gelida! Quest'anno potrei cimentarmi nel cimento!