31/10/07

Colorare l'autunno

E scaldarlo di un arancio vivo, perché se i raggi del sole sono sempre più flebili, le giornate più corte e le vacanze più lontane, bisogna pur affrontare questa stagione con un minimo di ottimismo!
E così oggi - sarà anche l'effetto Halloween (ma anche no) - avevo voglia di un po' di colore. E se il colore è l'arancio niente di più facile. Le zucche la fan da padrone sui banchi del mercato, e le prime arance erano lì a guardarmi. E non ho saputo resistere.
Poi, la mia spesa si è arricchita pure di una bella palamita, che ho sfilettato e messo in freezer, ma ne ho tenuto da parte un filetto con cui ho preparato questa

Tartare di palamita all'arancia


tartaredipalamitaall'arancia

Ricetta semplice e veloce. Basta tritare a coltello la polpa di palamita, condirla con olio evo leggero, succo d'arancia, sale e pepe. Lasciar marinare una mezz'ora e servire.



E sempre con l'arancia ho profumato una vellutata di zucca, prendendo spunto da una raffinata ricetta di Elisa. Ho sostituito il riso con una patata, ho rinunciato alla decorazione e ho semplicemente unito il succo d'arancia a fine cottura e fuori dal fuoco, senza farlo ridurre a parte come suggerisce lei. Come dire: in questi giorni di stress lavorativo ho preferito non rinunciare neanche ad un milligrammo di vitamina C, sacrificando l'estetica e probabilmente il gusto. La mia vellutata è buona, ma la prossima volta voglio provare a seguire la sua alla lettera!

Buon week end lungo per chi lo fa. Io purtroppo no, ma domani è festa, e le previsioni dicono sole e vento. E il colore di domani sarà ancora una volta l'azzurro :-)

27/10/07

Oggi

ieri

Certo la foto non è delle migliori, ma la preoccupazione principale, in queste situazioni, è che la macchina fotografica non si faccia una bella doccia salata. E io di docce salate oggi me ne sono fatte un tot, docce di un'acqua non ancora gelida, accarezzata da un sole che sembra inaspettatamente essere tornato a scaldare l'autunno. Sono le docce che fanno ancora piacere, anche se di capelli in ordine non se ne parla, e nemmeno di tornare in porto con i vestiti asciutti. Ma è presto per le cerate e i berretti di pile. Il sole splende e l'azzurro del cielo fa dimenticare le piogge e il freddo dei giorni scorsi.
E poi c'è la tramontana (30-35 nodi davanti a Voltri in questa foto) che da un lato è qui a ricordarci che l'estate è ormai un ricordo, ma dall'altro concede al sole di illuminare ogni cosa di colori intensi e caldi.
La tramontana è un gran bel vento. Soffia dall'autunno alla primavera segnando la fine di ogni perturbazione. E' un vento fresco e secco che ripulisce la città dalla tipica cappa di umido dello scirocco, colora il cielo di un azzurro intenso e trasforma il mare in una distesa di pecorelle bianche e spumose. Ed è un vento che dà nuova energia, nuova vita, e spazza via le noie del quotidiano e le piccole preoccupazioni.
Guardare il mare ed ascoltare il rumore del vento. Lascare la randa all'arrivo di una raffica, per ricazzarla un attimo dopo. Osservare il volo dei gabbiani e seguirli, perché se si stanno posando proprio lì vuol dire che ci sono dei pesci. Veder saltare una leccia di una decina di chili, e augurarsi che non abbocchi al nostro piccolo amo. Scorgere le cime innevate delle Alpi marittime, e pensare che l'inverno, visto dal mare, non sarà poi così terribile.
Veleggiare nel mare deserto, perché i motoschifi, i charter e i milanesi in questa stagione già in mare non ci vanno più.
E sognare di partire senza meta, con una piccola barca di nove metri e una gatta al seguito, per essere davvero un tutt'uno con questa immensa distesa blu. Che se poi ad una certa ora si rientra in porto, che c'è la lavatrice da stendere, la gatta da nutrire e la cena da preparare, non è un problema. Restano i capelli arruffati, il sale sulla faccia, e una sensazione di intensa felicità. Resta un sogno nel cassetto, custodito con cura, da tirar fuori quando sarà il momento, che sia tra dieci, venti o trent'anni.

24/10/07

Baccalà con patate e peperoni

baccalapatatepeperoni

Finalmente, grazie a loste, sono riuscita a preparare il baccalà come si deve (grazie :-P). Che sul fatto che va cotto poco (al contrario di quello che suggeriscono molte ricette) c'ero arrivata anch'io, perché il pesce in generale vuole una cottura leggera, sennò diventa stopposo (oppure si squaglia, a seconda del tipo di cottura). Ma non essendo molto pratica di baccalà, l'altra volta era rimasto un po' troppo sapido. Un vero peccato, perché la ricetta di Viviana è davvero sfiziosa. Comunque questa volta, il mio filetto di baccalà (già ammollato) l'ho lasciato un paio d'ore sotto un filo d'acqua corrente. Nel frattempo ho preparato e cucinato le verdure, e ho aggiunto il baccalà solo negli ultimi minuti, dopo averlo leggermente infarinato e fatto dorare in poco olio.
Ecco la mia ricetta.

Ingredienti: 1 cipolla rossa, 3 patate, 1 peperone rosso e 1 giallo, peperoncino, 1 pomodoro, timo, una manciata di pinoli, 1 filetto di baccalà di circa 400g, farina, sale, olio evo.


Affettate sottilmente la cipolla e fatela appassire in una padella ampia con poco olio. Unite il peperoncino, le patate sbucciate e tagliate a fette, e il pomodoro sbollentato, pelato e fatto a tocchetti. Salate e cuocete finché le patate non saranno quasi cotte (io ho aggiunto un pochino di brodo vegetale).
Nel frattempo cuocete sulla fiamma i peperoni, poi togliete la pelle e tagliateli a striscioline. Uniteli alle patate insieme ai pinoli e al timo. Cuocete ancora per una decina di minuti, Aggiustate di sale e spegnete il fuoco.
Togliete la pelle e le lische al baccalà, che avrete lasciato un paio d'ore sotto un filo d'acqua corrente. Asciugate il filetto, tagliatelo a pezzetti e infarinateli. Fate cuocere il baccalà in una padella in cui avrete messo un cucchiaio d'olio evo. Dovete farlo dorare appena (qualche minuto per lato, a seconda dello spessore del filetto). Ora riaccendete il fuoco sotto le verdure e unite i pezzetti di baccalà. Cuocete per cinque minuti, impiattate e servite con un filo d'olio e altro timo fresco.

22/10/07

Bucatini alle alici piccanti

bucatinialicipiccanti

In questi giorni ho purtroppo poco tempo da dedicare alla cucina ma, visto che mangiare bisogna mangiare (e le pizze sotto casa fanno schifo, diciamolo), la soluzione è semplice quanto banale: pasta!

Personalmente, devo dire di non essere affatto un'amante incondizionata del piatto nazionale, forse a causa di qualche trauma infantile (la pasta a casa mia era sempre troppo cotta e si condiva esclusivamente col pomodoro o col pesto, e a me questa cosa annoiava mortalmente, visto che poi mia madre per altre cose è un'ottima cuoca!).
Però, facendo di necessità virtù, credo di aver tirato fuori alcuni primi veloci e interessanti, scegliendo come prima cosa una pasta di qualità. Eh sì, perché nelle ultime settimane per la pasta sto facendo un mutuo da EVO (un negozio del centro di Genova specializzato in paste, oli d'oliva e condimenti) ma devo dire che ne vale la pena, visto che (a parte qualche dolcetto) è l'unica cosa che metto in tavola. E quindi: paccheri di Gragnano, spaghetti alla chitarra Latini Senatore Cappelli, pennette Latini al farro e via così.
Tra i miei acquisti, a questo giro, c'era anche un bel pacco di bucatini Cocco, che ho deciso di condire con delle alici fresche e poche altre cose.

Ingredienti: 200g di bucatini Cocco, pangrattato, aglio, erbette fresche (basilico, prezzemolo, timo), peperoncino, olio evo ligure, alici fresche (diciamo 5 a testa, pulite), un limone biologico, sale.

Scaldate un paio di cucchiai d'olio in una grande padella, unite il pan grattato, l'aglio tritato, le erbette e la scorza di limone e fate dorare leggermente. Poi aggiungere le alici. Fate saltare un paio di minuti e spegnete il fuoco (le alici non saranno ancora completamente cotte). Salate e cospargete col peperoncino tritato. Cuocete i bucatini, scolateli e fateli saltare per un minuto nella padella con le alici, che a questo punto saranno cotte a puntino. Spegnete il fuoco e completate il piatto con il succo di limone e un po' di prezzemolo tritato. Impiattate e servite.
E' un piatto velocissimo e semplicissimo, ma è una delle migliori paste che ho mangiato ultimamente.

20/10/07

Cavoletto's scones

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Ovvero come cercare di coccolarsi in un week-end un po' triste, visto che il pranzo tanto atteso con lei è saltato all'ultimo momento e – giusto per infierire sul mio umore – è arrivato un freddo micidiale.

Ma non è tutto. L'ho già detto e ridetto che sono una pasticciona, no? Lo sapete che fine ha fatto il mio cucciolo di lievito madre? L'ho ucciso. Senza pietà. Pasticciando di nuovo col forno. Al contrario di quello che è successo qui, questa volta anziché accendere il forno a 20° dopo il rinfresco, giusto per dargli un aiutino col freddo che c'è in casa, la manopola l'ho messa a 180°. E addio pane col lievito madre, almeno per un po'.
Sto ricominciando da zero e, nel frattempo, mi leggo con attenzione i preziosi consigli di Mara su lievito madre e panificazione. Le sue schede sono secondo me assolutamente da non perdere, se volete imparare a fare il pane come si deve.

Ma intanto per la colazione del week-end ho preparato gli scones che Sigrid consigliava vivamente di provare. L'ho fatto, e devo dire che sono davvero buoni :-) La ricetta la trovate qui. Io ho solo aggiunto un po' di prugne secche a pezzetti e qualche pinolo.

Le attività consolatorie proseguiranno stasera con la visione (finalmente!!) di Rataouille, e domani con gitarella in barca e premiazione della regata vinta domenica scorsa. Avrei tanto voluto che Lory mi accompagnasse, ma spero - anzi sono sicura - che ci saranno altre occasioni.
Un abbraccio e un in bocca al lupo a Lory e un buon gelido week-end a tutte/i :-)i

16/10/07

World Bread Day (Ce l'ho fatta!!)

Non sapete quanto sono felice di riuscire a postare il mio pane in tempo per il World Bread day. Eh sì perché per una serie di incidenti ( foto dimenticate o pane venuto un po' troppo colorito, come questo qui) pensavo proprio che non ce l'avrei fatta. E mi dispiaceva parecchio, visto che proprio in questo periodo mi sono messa a coccolare la mia giovane pasta madre, e devo dire che nonostante l'inesperienza e i mille timori, già a partire dal primo pane che ho fatto qualche giorno fa le soddisfazioni non sono mancate.
Ed eccolo qui, l'ultimo pane partorito oggi, un po' di corsa e con la farina che avevo in casa. Ma la differenza si vede, no?

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Per farlo mi sono limitata a impastare la mia pasta madre con il doppio di farina 00, un cucchiaio d'olio, 1 cucchiaino di sale e via a lievitare per parecchie ore (tipo 5-6). Mi sembra di capire che con la pasta madre i tempi di lievitazione siano più lunghi, tanto più che stamattina la pasta veniva direttamente dal frigo, mentre nei precedenti esperimenti la toglievo dal frigo la sera prima, come spiega bene stelladisale. Cmq direi che è venuto bene, forse il migliore che ho fatto. Questa volta, a differenza delle altre, ho cotto a 180°, così non ha preso troppo colore.
Posso dire ancora una volta quanto sono contenta del mio pane e di tutto quello che sto imparando grazie al blog? Forse divento noiosa :-P Comunque, visto che in tema di panificazione novellina sono e novellina resto, ben vengano consigli e trucchi, che sarò contenta di testare.

Tra l'altro, in questi giorni stavo proprio pensando a quanto sarebbe bello organizzare dei veri e propri laboratori virtuali sui nostri blog, per affrontare temi specifici, imparare tecniche di base e procedimenti. Per ora la butto così... Se interessa potremmo lavorarci e studiare un modo per realizzarli. Che ne dite?

Nota per gli interessati al lievito madre: di metodi ne ho letti tantissimi in rete, ma io ho seguito quello delle sorelle Simili, che partono da 200g di farina, un cucchiaio di miele, uno di olio e 100g di acqua. Se non avete il loro prezioso libricino, il procedimento lo trovate qui.

15/10/07

Pasta, broccoli e colatura

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Della colatura di alici ne ho già parlato qui e qui . Per un'amante del pesce in generale - e dell'acciuga in particolare - come me, è stata una scoperta recente quanto folgorante. Paste, bruschette, insalate di pomodori e mozzarella, condimento leggero per pane e burro. La colatura come il prezzemolo. Anzi meglio :-))
Quest'estate me la sono portata in barca ed è scoppiato definitivamente l'amore: non solo non presenta nessun problema di conservazione, ma è davvero preziosa per dare tono e sapore ad una pasta coi pomodorini e, come testimonia il livello di liquame rimasto nel boccettino, per lanciarsi in mille altri esperimenti di cucina semplice, veloce e/o d'emergenza.
Qualche giorno fa sulla colatura ho letto un bel post di Mara, che l'ha usata per condire una semplice insalata di radicchio (assolutamente da provare).
Per quel che mi riguarda, l'ultimo must in fatto di colatura è diventato da qualche settimana questa pasta e broccoli, che i broccoli sono più facilmente propinabili al consorte rispetto al cugino cavolfiore, soprattutto se proposti sotto forma di pasta.

Ingredienti: 200g di penne o rigatoni, 300g di broccoli puliti, 1 spicchio d'aglio, 1 peperoncino tritato, 1 cucchiaio di pinoli, 1 cucchiaio di uvetta ammollata, 1 cucchiaio di colatura, pecorino sicilano al pepe (non stagionato) grattugiato (oppure altro pecorino non troppo sapido e staglionato)

Fate sbollentare i broccoli in acqua per 5 minuti. Raffreddateli e divideteli in cimette. Scaldate una padella con un paio di cucchiai d'olio, unite l'aglio e il peperoncino tritato (senza farli bruciare), poi aggiungete i pinoli e l'uvetta, che deve gonfiarsi un po'. Versate nella padella i broccoli, salate leggermente e portate a cottura (ci vorranno altri 5-10 minuti). Fate cuocere la pasta salando pochissimo l'acqua, scolatela e mantecatela nella padella con i broccoli. Spegnete il fuoco, unite un paio di cucchiai di pecorino e mescolate. Aggiungete, infine, un cucchiaio di colatura (per due – oppure andate a gusto ma senza esagerare), impiattate e servite.

11/10/07

Cake di zucca e cocco profumato al cardamomo

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Questa fanciulla qui, con i suoi bellissimi muffins speziati, mi ha fatto venir voglia di ricomprare il cardamomo, spezia che usavo tanto in passato per preparare dei meravigliosi dolcetti indiani a base di cocco e latte (prima o poi li farò, ma ci vuole il cocco fresco e tanto tempo...). Così, ho deciso di unire la mia voglia di spezie con altri esperimenti con la zucca. Questo cake è una variante di un cake alle carote e cocco che faccio spesso, ma il profumo del cardamono lo rende davvero speciale.
Purtroppo c'è stato un piccolo incidente col forno, acceso a 20° anziché a 180°, per cui il cake non è cresciuto come avrebbe dovuto (ho dovuto tirarlo fuori e ricominciare da capo) Ma, non posso considerarlo un ciofeca's day, in quanto, è davvero buonissimo! Preriscaldate per bene il forno, provate e ditemi!

Ingredienti: 200g di polpa di zucca (cotta precedentemente in forno), 100g di farina, 75g di farina di cocco, 40g di burro fuso, 2 uova, 10g di lievito, 100g di zucchero, 1 pizzico di cannella, i semini di due bacche di cardamono pestati in un mortaio, sciroppo di zucchero e altra farina di cocco per cospargere il cake.

Schiacciate la polpa di zucca cotta nello schiacciapatate, unite la farina setacciata, la farina di cocco, il lievito e il burro e mescolate. Sbattete le uova con lo zucchero e unite al resto. Aggiungete infine le spezie e mettete nello stampo da cake. Preriscaldate il forno a 180° e cuocete per una mezz'ora. Fate intiepidire, spennellate leggermente con uno sciroppo di acqua e zucchero e cospargete con la farina di cocco.

10/10/07

Crumble di cavolfiore

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"Bello...Che cos'è?" dice lui. Ehm... "Tu assaggia e vedrai che ti piace!" gli rispondo io, mentre con apparente indifferenza osservo timorosa le reazioni. Demolita e apprezzata la crosta croccante (ma fin qui era facile, diciamolo), la scoperta del cavolfiore nascosto, cremoso e filante, non è stata poi così traumatica. Il "buono..." che gli è uscito a metà piatto, sono quasi certa che fosse sincero, anche se il tono della voce non era esattamente lo stesso di quando ho fatto la mousse au chocolat. Vabbè, non si può pretendere troppo da chi cavoli & co. proprio non li ama, no?

Era un po' che volevo fare un crumble, dopo averne sentito tessere entusiastiche lodi dagli Scribacchini. Certo, non sarà proprio il modo migliore per far rifornimento di vitamina C (che mi servirebbe tanto, visto che non ho ancora perso il vizio delle sigarette), però è davvero golosissimo!

Ingredienti: 1 cavolfiore, 150g di brie (o taleggio), 60g +30g di burro, 80g di farina, 1 cucchiaio di semi di sesamo, 60g +15g di parmigiano grattugiato, sale, pepe, noce moscata.


Pulite il cavolfiore, dividetelo in cimette e cuocete a vapore lasciandolo croccante. Preparate le briciole del crumble con il burro morbido, la farina, il sesamo e il parmigiano e tenete in frigo. Schiacciate il cavolfiore con una forchetta e conditelo con 30g di burro, un cucchiaio di parmigiano, il brie a pezzetti, sale, pepe e un pizzico di noce moscata. Mettete nella pirofila o nelle coccottine e sopra fate uno strato con le briciole. Infornate a 180° per circa 20 minuti, finché la crosticina diventa dorata. Servite subito!

09/10/07

Lasagne di mare al curry

Diciamo subito che queste lasagne sono una sorta di prova generale per un pranzo a cui tengo molto, che dovrò preparare tra un paio di settimane (e chi vuole intendere intenda :-P)
Il pesce ideale che ci vorrei dentro sarebbe l'ombrina, (oppure la ricciola). I gamberi invece, se non ci sono intolleranti ai crostacei secondo me van sempre bene, anche solo sull'ultimo strato, visto che sono certamente più decorativi della polpa di pesce bianco. Ma queste lasagne, essendo una prova, le ho preparate con avanzi di congelatore, tanto la sfoglia quanto il pesce (salmone e gamberoni). Per questo le dosi sono un po' a occhio. Per due calcolate circa 200g di pesce, una decina di gamberoni e 6 rettangoli di pasta.

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Ingredienti: sfoglia per lasagne, burro, farina, latte, curry, noce moscata, sale, olio, miele, aglio, prezzemolo, pepe, vino bianco, salmone (o pesce a carne bianca), gamberoni.

Preparate le sfoglia come fate di solito, sbollentatela e mettetela ad asciugare. Preparate la besciamella (anche questa direi che tutti la sanno fare) e aggiungete alla fine un cucchiaino di curry in polvere, un pizzico di noce moscata e il sale. Marinate il pesce e i gamberi con uno spicchio d'aglio e un pizzico di zenzero tritato, un cucchiaio di miele, sale e pepe. Fate poi scottare sia il pesce che i gamberi – ma separatamente – in una padella con un cucchiaio d'olio e una spruzzata di vino bianco. Il pesce non deve essere cotto a puntino, ma appena scottato, in quanto dovrà terminare la cottura in forno. Tagliate orizzontalmente i gamberi, e tritate grossolanamente la polpa del salmone. Conservate il sugo prodotto in cottura.

Ora preparate le lasagne versando sul fondo della teglia un po' di besciamella. Disponete il primo strato di pasta, un po' di besciamella, metà dei gamberi, poco prezzemolo tritato e un metà del sughetto del pesce. Ora fate un secondo strato con pasta, besciamella, salmone, prezzemolo e sughetto. Proseguite fino ad esaurimento degli ingredienti. Terminate con uno strato di pasta, un velo di besciamella e un paio di gamberi che avrete lasciato interi e non scottati. Ancora, poco prezzemolo, un filo d'olio e via in forno per circa 15 minuti.
Ne sono uscite delle lasagne dal sapore delicato ma non stucchevole, grazie alla presenza del curry. Come prova generale, mi ritengo soddisfatta! Spero che piacerà altrettanto ai miei ospiti, ma questo lo saprò solo dopo il 21 ottobre.

07/10/07

Linguine con melanzane, pomodori pachino e alici gratinate

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Quasi quasi non mi riconosco più. E' passata quasi una settimana dall'ultima ricetta di pesce che ho postato e – cosa ben più grave - dall'ultima volta che l'ho mangiato! Sarà per questo che negli ultimi giorni non ero esattamente di buon umore.
Ma non si poteva andare ancora oltre. Così ieri, prima della tanto auspicata giornata in barca, sono riuscita a trovare delle belle alici fresche. Premesso che a me le alici piacciono soprattutto marinate (poco) con olio e limone, avevo bisogno stavolta di una ricetta, che fosse anche un piatto unico, visto che il tempo per cucinare non era tantissimo.
Così ho fatto felice il fidanzato che vivrebbe di pasta, e ho messo insieme un piatto leggero ma molto gustoso.

Ingredienti: 1 melanzana, 10 pomodori pachino, 1 manciata di capperi, 250g di alici, pangrattato, scorza di limone grattugiata, aglio, olio, peperoncino, prezzemolo e basilico fresco, 200g di linguine.


Per il sugo. Sbucciate la melanzana, tagliatela da dadini e cospargetela di sale grosso. Lasciatela una mezz'ora a scolare, poi sciacquate e strizzate per i dadini. Mettete due cucchiai d'olio in una padella con uno spicchio d'aglio e un peperoncino tritato. Unite la melanzana, salate e cucoete per una decina di minuti. Nel frattempo sbollentate i pomodorini, sbucciateli e tagliateli a metà, privandoli dei semi. Unite i pomodori alle melanzane, aggiungere i capperi dissalati e proseguite la cottura per altri 10 minuti.
Nel frattempo pulite le acciughe e privatele della lisca centrale, senza separare i due filetti. Tostate il pangrattato, poi mescolatelo con la scorza di limone, uno spicchio d'aglio tritato, un po' di peperoncino tritato, prezzemolo, un pizzico di sale e l'olio sufficiente a "bagnare" il pangrattato. Con questa panatura ricoprite le alici da entrambi i lati. Preriscaldate il forno a 180° e cuocete le alici per 4 minuti.
Ora fate cuocere le linguine. Scolatele con un paio di minuti di anticipo e mantecatele nel sugo di melanzane e pomodori, con l'aiuto di un po' di acqua di cottura. Spegnete il fuoco e aggiungete qualche foglia di basilico tritato. Impiattate e disponete i filetti di alici sopra la pasta. Completate con un un filo di olio evo extra buono: io ho usato il Pianogrillo e mi è sembrato perfetto.

05/10/07

Ceci in zimino

I ceci in zemin, che poi a casa mia questo piatto si è sempre semplicemente chiamato zuppa di ceci, sono una delle minestre più antiche della cucina genovese. E' un piatto popolare, nel senso che potevano permetterselo anche le famiglie povere, ed era uno dei piatti più frequentemente cucinati nei giorni di magro, vale a dire il venerdì o nei giorni di Quaresima. Si serviva con crostoni di pane arrostito, ma ci si può anche cuocere insieme della pasta. Richiede una lunga cottura, ma i profumi che si sprigionano dalla pentola nell'ultima mezz'ora sono per me più che sufficienti a ripagarmi del tempo della preparazione.

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Ingredienti: 400g di ceci secchi, 2 pomodori freschi pelati, 1 cipolla, 1 gambo di sedano, 1 carota, 20g di funghi secchi, qualche foglia di bietola (io abbondo), sale, olio, pepe nero macinato.

La sera prima mettete i ceci a bagno nell'acqua fredda con un pizzico di bicarbonato. La mattina dopo, sciacquate i ceci e metteteli in una pentola capiente con abbondante acqua. Cuocete per un'ora e mezzo - due ore, fino a che i ceci saranno quasi teneri. Nel frattempo tritate la cipolla, il sedano, la carota e mettete a rinvenire i funghi in poca acqua. Poi tritate anche i funghi, conservando l'acqua. Secondo la ricetta tradizionale tutto va tritato finemente, ma io preferisco fare a pezzetti più grossi la carota e i funghi, perché mi piace "vederli" nel piatto. In una padella fate soffriggere la cipolla, il sedano, la carota e i funghi, poi unite il pomodoro a pezzetti, salate e fate cuocere per 10-15 minuti, unendo un po' dell'acqua di ammollo dei funghi. Aggiungete il soffritto ai ceci. Aggiustate di sale e unite anche le foglie di bietola (andrebbero tagliate a striscioline ma andrebbero tagliate intere. Cuocete il tutto per una mezz'ora. Servite con pepe macinato e un filo d'olio crudo

04/10/07

Focaccia genovese (?)




Parlare della focaccia genovese non è facile. E' una specie di cibo simbolo della città, esattamente come la Lanterna. Sulle origini e sulla storia rimando direttamente alla Placida Signora, che ne ha scritto molto bene qui. Oltre ad essere un "mito", c'è da dire che la focaccia è a Genova un alimento base, come e più del pane. I genovesi la consumano a tutte le ore della giornata. A colazione, rigorosamente pucciata nel caffellatte (per questo nei bar viene servita tagliata in pratiche striscioline), magari farcita come pranzo veloce, come spezzafame e merenda dei bambini, fino all'aperitivo tagliata a cubetti per accompagnare un bicchiere di vino. E poi, ci sono i giovani nottambuli, che dopo aver fatto nottata, vanno a bussare alla porta sul retro del panettiere amico, che ha già pronta per loro la sua prima focaccia della giornata.
Soprattutto d'estate,poi, non è raro vedere orde di turisti che fanno la coda davanti ai panifici e ne ordinano a chili, per farne provvista. Nella maggior parte dei casi sbagliano perché oggi molti panifici utilizzano una lievitazione troppo rapida, che fa si che la focaccia perda la sua croccantezza e la sua fragranza nel giro di poche ore. Non dappertutto e non sempre, certo. Ma poi la focaccia più buona è proprio quella appena uscita dal forno, aspettando giusto il tempo sufficiente per non scottarsi :-)
Altra nota negativa, è la pessima abitudine che si è diffusa nel tempo di aggiungere strutto all'impasto, che nella focaccia genovese proprio non ci deve stare! Fondamentale a far cambiare rotta, in questi ultimi anni, è stata la presenza sempre più massiccia di immigrati musulmani, molto attenti alla presenza nascosta del maiale. Per cui, molto più di dieci anni fa, è facile, soprattutto in centro storico, trovare della focaccia buona, preparata in modo tradizionale.

E adesso veniamo alla mia focaccia... che di "genovese" ha solo il fatto di avere pochi e semplici ingredienti (farina lievito , sale, olio evo), e un indiscutibile buon sapore di olio d'oliva. Ma qualcosa non va: continua a seccarsi troppo, effetto che stavolta ho cercato – in parte riuscendoci – di limitare spennellando una seconda volta di olio e acqua, qulche minuto prima del termine della cottura.
Insomma, questa focaccia era buona, ma non abbastanza morbida, come quella che fa ad esempio questa signora qui. Se qualcuno ha dei trucchi o consigli da darmi, sarò lieta di testarli.

Ingredienti: 300g di farina, 6g di lievito, 6 grammi di sale, 1 cucchiaio d'olio, + acqua olio e fleur de sel da mettere sopra.

Preparate l'impasto con gli ingredienti di cui sopra. Formate una palla liscia ed elastica e mettetela a lievitare in posto tiepido fino al raddoppio (io faccio lievitare in forno spento. per circa 1 ora e mezza), direttamente sulla teglia unta d'olio. Riprendete la pasta e stendetela sulla teglia (assicurandovi che sia sufficientemente unta) con le mani. Con queste quantità ho riempito di uno strato piuttosto sottile la teglia del mio forno. Fate lievitare un'altra ora, dopodiché praticate con le dita dei buchi nell'impasto, fin quasi a rompere la pasta e riempiteli con un mix di acqua e olio in parti uguali, e abbondante sale grosso (io uso il fleur de sel). Fate riposare un altra ventina di minuti e infornate in forno molto caldo (240°) fino a doratura (nel mio forno sono sufficienti 15 minuti).

02/10/07

Strudel di mele




Se n'è scritto tanto, nei giorni scorsi, di che cosa sia o non sia un blog. Di che cosa si può o non si può fare con un blog, di quanto i blog siano la verità assoluta, e di quanto invece siano fatti da una massa di incompetenti.
Ho letto tanto e scritto nulla su quest'argomento, perché considero questo tipo di polemiche abbastanza sterili. Credo semplicemente che ognuno abbia diritto di andare per la sua strada, che non esistano vincoli, se non quelli personalissimi di ciò che ognuno di noi vuole trasmettere agli altri con il proprio blog.
Ma non sopporto le generalizzazioni e non mi piace sentir parlare della comunità dei blogger. Senza rispolverare vecchie nozioni di sociologia, penso che il blog sia semplicemente uno strumento, che ognuno usa come meglio crede.

Quello, invece, ho voglia di raccontare qui, è che cos'è il blog per me.
Il mio blog è nato come un gioco, meno di un anno fa, semplicemente perché mi sono ritrovata un po' di tempo libero, e ho pensato di usarlo per raccontare una delle mie passioni.
In questi mesi, poi, è diventato tante cose: luogo di divertimento, qualche volta di incazz...., luogo di incontro, di chiacchiere e qualche volta di amicizia. Ma, al di là dei incontri che si possono fare grazie a questo strumento, il blog è stato ed è per me un laboratorio, grazie al quale ogni giorno imparo e condivido qualcosa di nuovo, che si tratti di una ricetta, di un trucco da chef, di un nuovo libro da leggere o di un approccio alla vita e al mondo diverso dal mio.


Finita la pappardella, ecco finalmente (per me!) la ricetta dello strudel di mele, merito di un'amica che mi ha fornito la ricetta della sua pasta da strudel. Davvero leggera e perfetta: grazie Stelladisale!!
La ricetta della pasta la trovare da lei.


Ingredienti per il ripieno: mele, zucchero di canna, uvetta, pinoli, pangrattato, burro fuso, succo di mela, cannella (io ho utilizzato un mix di spezie regalatomi da Lory, con cannella, noce moscata, anice stellato, coriandolo ecc...)

Per la pasta, impastate la farina setacciata con un pizzico di sale, un pizzico di bicarbonato, 2 cucchiai d'olio e tanto vino bianco per ottenere un impasto liscio ed elastico. Coprite e fate riposare. Tostate il pangrattato nel burro, e preparate altro burro fuso. Stendete la pasta molto sottile. Spennellate col burro, poi fate uno strato di pangrattato e uno di mele tagliate a fettine sottili. Sopra le mele cospargete lo zucchero di canna, l'uvetta (che avrete sciacquato in acqua tiepida e tenuta un po' a bagno nel succo di mela), i pinoli e la cannella. Richiudere lo strudel e sigillate un po' i bordi, per evitare che il ripieno scivoli all'esterno.
Spennellate la superficie con il rimanente burro fuso, e cuocete in forno già caldo a 180° per 25-30 minuti. Spolverizzate con zucchero a velo, tagliate e servite!

01/10/07

Strudel rapido di salmone e zucchine



L'aggettivo rapido si riferisce unicamente all'utilizzo della pasta sfoglia pronta, perché a preparare questo strudel ci metterete comunque più di un'ora. Il fatto è che, detto sinceramente, la pasta da strudel non la so proprio fare! Ho provato un paio di ricette che non mi hanno soddisfatto, così per stavolta sono andata sul sicuro.
Se poi qualcuno di voi ha una ricetta soddisfacente (anzi, buona!) per fare la pasta, sarò molto felice di provarla.

Ingredienti: 1 rotolo di pasta sfoglia, 300g di zucchine, 200g di filetto di salmone pulito e privato della pelle, 80g di burro, pangrattato, semi si sesamo, sale, pepe nero, olio, basilico.

Per prima cosa preparate le zucchine. Affettatele per il lungo e grigliatele, oppure cuocetele in forno. Io, da un po', ho preso l'abitudine di cuocerle - spennellate di olio e sale - in forno a 190° per 15-20 minuti, perché il risultato mi soddisfa di più.
Fate tostare leggermente il pangrattato e il sesamo con metà del burro e preparate a parte dell'altro burro fuso.
Stendete la pasta, spennellatela con il burro e aggiungete uno strato di pangrattato. Salate leggermente, mettete uno strato di zucchine, il basilico spezzettato,poi il salmone (io ho diviso il filetto in due per fare un unico strato sottile). Pepate e arrotolate a strudel. Spennellate la superficie con il rimanente burro fuso e cuocete a 180° per circa 20-25 minuti.
Fate intiepidire, tagliate e servite!


Note:
1) quella roba bianca che si vede al centro della foto non è mozzarella. E' il semplice risultato della mia pigrizia domenicale. Avendo quasi esaurito il burro fuso, infatti, ho messo sopra il salmone qualche fiocchetto di burro. Saranno stati 10g in tutto, ma dalla foto sembra un'enormità. In ogni caso, dopo averlo assaggiato, direi che quel burro lì è superfluo.

2) Se avete un fidanzato/amico/commensale che ama particolarmente i dolci e, in particolare, lo strudel di mele, presentate questo strudel già ben tagliato, in modo che sia assolutamente chiaro che non è un dolce. Eviterete di leggere la delusione nei suoi occhi, e di sentirvi un tantino in colpa :-P
Superato il fraintendimento iniziale, questo strudel è poi stato apprezzato e divorato :-)